Io Viaggio Da Sola: “On The Road” Pink Edition
“Senti, Louise, non torniamo indietro. – Che vuoi dire, Thelma? – Non fermiamoci. – Non capisco! – Coraggio. – Sei sicura?! – Si, dai!”.
È così che le leggendarie ragazze americane Thelma e Louise decidono di mollare mariti padroni e lavori noiosi per mettersi in viaggio, a bordo di una vecchia Ford Thunderbird, in cerca di evasione.
Eppure, l’approccio delle donne al “viaggio da sola” è sempre stato ostacolato da pregiudizi, visioni maschiliste e prese di posizione “di genere”. Un detto inglese dello scorso secolo recitava “Unsuitable for ladies: real ladies do not travel”, per indicare quanto fosse sconveniente per le donne di buon costume intraprendere un viaggio. Le origini di questo modello “not for ladies” risalgono addirittura all’Epopea di Gilgamesh o all’Odissea di Omero, in cui ritroviamo la cristallizzazione dello schema di donne pazienti che restano a casa ad attendere il ritorno di mariti e figli.
E se donne come le scrittrici inglesi Mary Wollstonecraft e Alexandra David-Néel sono considerate le pioniere delle donne viaggiatrici, l’una che affronta il mare del Nord in cerca di un tesoro su una nave, l’altra che entra per prima nella città proibita di Lhasa travestita da pellegrina, oggi sono oltre un milione e mezzo le donne che si mettono in viaggio, sempre più spesso da sole.
Nel 2014, circa un terzo dei viaggi individuali erano “pink”, e le stime lasciano intendere che il trend sia in costante aumento. Come aumentano anche le collane editoriali di guide “women friendly”, o di social blog dedicati al turismo femminile, veri e propri diari di viaggio che forniscono consigli e raccontano esperienze dirette. Dal canto suo, la casa motociclistica Harley Davidson, sinonimo di ribellione e libertà, ha confermato che il binomio Donne e Motori funziona alla grande, disegnando due modelli di moto per i piloti in rosa che vogliano mettersi in viaggio: sella più bassa, un bilanciamento dei pesi adatto alle centaure e un elegante look total black per mantenere uno stile femminile.
Il vento è cambiato: le donne contemporanee – indipendenti, emancipate, avventurose, autonome e curiose – dicono sì al viaggio. E allora perché le donne che viaggiano da sole, soprattutto nel Sud del vecchio continente, continuano a fare notizia? Ancora oggi, ad una donna che sta per intraprendere un viaggio in solitaria, si tende a chiedere “Ma vai da sola?”, con un tono misto di preoccupazione e compassione, nei confronti di quell’essere fragile che rischia di mettersi in cammino priva della protezione di una figura maschile.
Nonostante l’aumento del volume d’affari dei Tour Operator che propongono offerte e promozioni allettanti per le donne che viaggiano sole, permangono rigidi schemi all’interno dei quali collocare le viaggiatrici in solitaria. Consigli per lo shopping sfrenato in boutique di lusso o negozi vintage, pacchetti benessere nella Spa all’ultimo grido e altri suggerimenti collegati ad una “donna che viaggia da donna”, come se il viaggio potesse essere una questione di genere. Anche i libri continuano a rafforzare questo concetto: mentre On the road di J. Kerouac rimanda all’idea del viaggiatore avventuroso in cerca di se stesso, ispirando addirittura una generazione, quella della ribellione giovanile degli anni ’60 – la Beat Generation – le storie che vedono come protagonista una donna in viaggio hanno sempre come leitmotiv la ricerca dell’amore.
Insomma, il messaggio subliminare resta quello: non allontanarti troppo da casa, il mondo potrebbe essere pericoloso!
Eppure, non esistono dati che confermino una crescita degli attacchi ai danni delle turiste: i casi di violenza in viaggio hanno solo un’eco mediatica più forte! Posto che il viaggio è tendenzialmente considerato più rischioso della vita quotidiana, chi sceglie di avventurarsi in un viaggio in solitaria considera i benefici maggiori dei potenziali pericoli, come afferma da Washington Shannon O’ Donnell, classe 1983, viaggiatrice in solitaria dal 2008 e blogger, nominata “Traveler of the year 2013” dal National Geographic.
Ecco, allora, 10 MOTIVI per cui viaggiare da sole, se si è donna, è davvero fantastico:
- Sei indipendente: se viaggi da sola, puoi decidere come organizzare il viaggio in completa autonomia, passo dopo passo. Dove andare, cosa vedere, quando fare una sosta per riposare, cosa mangiare, con chi fermarti a parlare, con quale mezzo muoverti. Insomma, il tuo viaggio sarà una tela bianca che potrai dipingere seguendo le tue passioni, i tuoi ritmi e il tuo istinto, e autonomia è ciò di cui sarà piena la tua valigia, quando tornerai a casa.
- Scopri la bellezza della solitudine: sarà una vera scoperta vedere quanto puoi essere in compagnia pur essendo completamente sola. Allontana l’immagine di te stessa, sola e sperduta in mezzo al deserto, o in qualche periferia malfamata del Sud America. Dovunque andrai, conoscerai altre persone, gente del posto o altri viaggiatori, che ti arricchiranno con i loro racconti di viaggio e di vita vera, con cui puoi scegliere se trascorrere del tempo o no. Puoi alternare momenti in cui decidi di passeggiare da sola sulle rive della Senna, ad altri in cui vorrai concludere la tua cena nel ristorante di Atene con la comitiva allegra del tavolo accanto.
- Superi le tue paure, o scoprirai che non sono mai esistite. Prima di partire, la tua testa è popolata di visioni apocalittiche: visualizzi te stessa vittima di furti, scippi, violenze, cataclismi e tsunami, senza nessuna faccia amica intorno a te. Invece, poi succede che ti lasci andare e vedi che il mondo lì fuori non fa così paura, ma che è uno scrigno che raccoglie infiniti tesori e semplicemente smetti di preoccuparti. Viaggi e ti godi le conseguenze.
- Impari a superare le difficoltà e gli imprevisti, piccoli e grandi, che ogni viaggio comporta e che ti troverai ad affrontare. Più viaggi da sola e più sarai in grado di sviluppare il tuo problem solving, la tua capacità di destreggiarti di fronte agli ostacoli, imparando che spesso il cambiamento forzato dei tuoi piani può rivelarsi positivo: un nuovo incontro che non avresti fatto, un nuovo piatto da gustare, scorci nascosti da fotografare. Insomma: qualcosa di inimmaginabile che sarà il valore aggiunto del tuo viaggio;
- Scopri qualcosa in più su di te: viaggiare serve ad allontanarsi dagli schemi della propria vita e della propria cultura, ma anche ad imparare a stare con se stessi. In giro per i piccoli borghi dell’Algarve o tra le luci caleidoscopiche di Tokio, puoi scoprire lentamente chi sei, perché tutto ciò che è intorno a te funge da lente d’ingrandimento per scorgere quello che hai dentro, cosa ti piace veramente, cosa ti serve e cosa invece ti fa male. Un po’ come Julia Roberts, che in “Mangia, Prega, Ama” trascorre un anno tra Italia, India e Indonesia, in cerca della propria felicità.
- Impari a socializzare: partire da soli è un moltiplicatore della funzione, già di per sé catartica, del viaggio: “è un’esperienza molto forte che, pur non lavorando sulle dinamiche del profondo, aiuta a mettere a fuoco comportamenti che hanno a che fare con l’autostima, l’idea di se stessi, le interazioni sociali”, commenta Francesca Di Pietro, psicologa, travel coach e blogger. Man mano che viaggi da sola, ti prendi per mano e ti porti fuori dal guscio, e così facendo, impari a curare la timidezza;
- Sviluppi lo spirito di adattamento, qualità che ti sarà utile in ogni ambito della vita, personale e professionale. Ti capiterà di dover dividere scomodi minivan per spostarti da Tbilisi a Yerevan, di dormire in un sacco a pelo sul ponte di un traghetto, o mangiare con le mani in un ristorante eritreo e ti sorprenderai nello scoprire che non necessariamente tenteranno di derubarti, o che il Kitcha fit-fit (piatto tipico dell’Eritrea, fatto di pane sminuzzato, olio e spezie, spesso servito con yogurt fresco) non ti provocherà un’intossicazione alimentare.
- Impari a seguire gli obiettivi. Dopo aver riflettuto tanto e aver superato le barriere mentali che si frapponevano tra te e le meraviglie del mondo, hai deciso di partire, e di farlo da sola. Questa decisione ti darà una maggiore consapevolezza di te stessa e di quello che sei in grado di fare. E scoprirai quant’è bello avere un obiettivo e riuscire a raggiungerlo, che tu ci arrivi per gradi o ti butti a capofitto: se sogni di dormire in una tenda in Finlandia per vedere l’aurora boreale, non lasciare che sia un sogno. Realizzalo: se riesci a fare questo, in quanti altri settori della vita puoi riuscire? Praticamente tutti.
- Impari che le persone non vogliono sempre fregarti: probabilmente, prima di partire, sarai assalita da mille paure, alimentate da domande del tipo “Ma che ci vai a fare da sola?”, “Non lo sai che è pericoloso per una donna?”. Poi, arrivi sul posto, e scopri che ci sono tante persone pronte a darti una mano se ti trovi in difficoltà, in cambio di… niente! Imparerai ad essere meno diffidente del ragazzone che si offre di portarti la valigia o del commerciante che ti consiglia un ostello a buon prezzo. Ed è sempre bella la sensazione che le persone, anche se sconosciute, si prendono cura di te.
- Affini l’istinto. Insomma, siamo donne e il nostro sesto senso è in grado di percepire il pericolo. Più viaggi da sola e più il tuo istinto migliora, perché, allontanandoti dai soliti circuiti del turismo tradizionale, in coppia o con gli amici, i tuoi sensi sono maggiormente esposti agli stimoli esterni. Imparando a “sentire” la tua pancia, saprai riconoscere sempre di più le persone di cui fidarti e quelle da cui, invece, tenersi alla larga. E sapere di poterti fidare di te stessa ti permetterà di goderti pienamente l’esperienza.
Questa lista non esaustiva di motivi per i quali una donna dovrebbe viaggiare da sola va, però, affiancata ad un piccolo vademecum, dei CONSIGLI PREZIOSI da tenere in mente per rendere davvero indimenticabile l’esperienza.
- Procedi per gradi: meglio iniziare da mete considerate facili, per testare il proprio grado di autonomia e dare il tempo all’istinto di prepararsi. Scegliere come prima meta un paese con un alto tasso di criminalità, o dove l’emancipazione della donna non è ancora elevata, potrebbe rovinare il tuo percorso di viaggiatrice in solitaria. Viaggiatori si diventa, non si nasce, e iniziare a piccoli passi fa parte dell’apprendimento dell’arte di diventare viaggiatrice.
- Informati sul paese che visiterai: partire informati è una strategia vincente. Abbandona i pregiudizi infondati e insensati, ma adeguati alla cultura locale. L’abbigliamento deve essere consono al luogo: se si visita un paese islamico, meglio evitare minigonne e scollature eccessive. Non significa fare delle rinunce, ma mostrare rispetto per il paese che ci ospita, imparando ad essere aperte alle culture diverse. Impara qualche frase di uso frequente; contratta sui prezzi delle merci dei suq maghrebini; ritagliati almeno un’ora per prendere il the nel Sahara; evita di indossare gioielli vistosi nelle stradine di Mumbay. Insomma, viaggia tranquilla, ma con intelligenza e buon senso.
- Valuta bene i rischi: quali sono i Paesi realmente pericolosi per le donne? Potenzialmente tutti, praticamente nessuno: tutto dipende da come li affronti. Infatti, una breve permanenza in un luogo difficilmente porta ad incontrare tante sventure lungo la strada. In genere, appena arrivata, rivolgiti ad un centro informazioni (che avrai localizzato prima di partire), o ad altre donne che incontrerai: evita di dare spiegazioni dettagliate sul tuo programma di viaggio a sconosciuti. Sii sempre cordiale ed aperta al dialogo, ma senza esagerare. Basterà dire in che quartiere si trova il tuo albergo, senza indicare nome e coordinate geografiche. Partire col piede giusto ti aiuterà a sviluppare la fiducia necessaria per procedere.
- Valorizza la vita notturna. Se parti da sola, pensare alla movida ti sembrerà un po’ strano, ma non devi affatto rinunciarci! Ma, anche in questo caso, serve un po’ di buon senso: informati sui mezzi di trasporto locali, in modo da poter rientrare a qualsiasi orario e appuntati il numero della stazione dei taxi, che potrebbe sempre essere utile. Entra nei locali che ti ispirano e siediti al bancone ordinando da bere: se vuoi fare amicizia, non sarà difficile. L’arma più potente è il sorriso.
- Fidati dei consigli delle persone del posto: se in Burkina Faso ti dicono che è meglio rientrare per le 22 o a L’Avana ti sconsigliano vivamente il topless, dagli retta. La gente locale non ha alcun interesse a farti rintanare in albergo o a farti indossare il costume: le persone del posto sono un’ottima fonte di informazioni, per cui, semplicemente, accettane i consigli.
- Diventa invisibile, il più possibile. Che non vuol dire annullarsi, ma fondersi in modo camaleontico con l’ambiente circostante. Cessa di essere turista e sii una viaggiatrice interessata alla realtà locale. Osserva, scruta, attiva i sensi, senti gli odori delle spezie, ascolta le parole di una lingua diversa, assaggia le specialità locali, cammina con la lentezza giusta e vedrai che le distanze tra te e la gente del posto si ridurranno man mano.
- Non esagerare con l’alcool: il segreto perché il viaggio sia davvero un’esperienza unica è non perdere mai del tutto il controllo di sé. Lasciati andare, ma in modo intelligente: se conosci la tua soglia, cerca di mantenerti al di sotto. Qualche drink o un paio di bicchieri di vino sono sufficienti per metterti nel mood giusto, senza esagerare.
- Parti con un bagaglio leggero o, comunque, non troppo voluminoso: sarà utile per spostarti più liberamente e avere sempre una mano libera. Tieni i soldi, il passaporto, i documenti e il cellulare in una tracolla piccola con cerniera: pratica, ma sicura. Organizza il bagaglio in base al luogo in cui andrai, ma non dimenticare alcuni piccoli alleati: medicinali di emergenza, che potresti non trovare sul posto; un antibatterico per le mani; una cartina dettagliata della città; un adattatore per le prese elettriche; un cellulare di scorta utile in caso di emergenza (perdita, rottura, furto); un k-way super pieghevole e una macchina fotografica.
- Informati sui forum prima di partire. Se hai comprato una guida per il tuo viaggio, usala ma non prendere per oro colato tutto quello che c’è scritto. Spesso le guide hanno degli accordi commerciali con questo o quel ristorante e ne fanno una buona recensione, magari immeritatamente. Se vuoi andare oltre il turismo di massa, cerca online consigli di chi già c’è stato, confronta vari siti, informati sui blog di viaggio e chiedi alla gente del posto. Cenare a Praga in un ristorantino con il menu solo in lingua ceca non menzionato sulla Lonely Planet, ordinando la carne più buona dell’Europa centrale non ha prezzo!
- Infine, il consiglio più importante, goditi il viaggio. Perché, aldilà degli imprevisti e dei rischi, e anche dei consigli che non seguirai, sarà il TUO viaggio. E, una volta scoperta la bellezza di partire da sola, non riuscirai più a fermarti.
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